Progetto Basi Aperte

Esplorare con le Basi Aperte

Terre lontane, avventure sognate sulla scia di Indiana Jones, natura incontaminata come quella che si può trovare, forse, nelle foreste tropicali, ritmi, colori e sapori di altre culture…

Chi non sogna tutte queste cose almeno una volta l’anno quando si comincia a pensare alle vacanze, a quella giusta interruzione dei ritmi lavorativi o di studio che viene alimentata con spot pubblicitari ed immagini fascinose diversi mesi prima, in tempo per prenotare il volo a basso costo che porterà i nostri sogni a cercare di realizzarsi?

Queste cose uno scout le sogna ogni fine settimana, quando inizia a prepararsi per l’Uscita, che lo porterà in posti irraggiungibili per le persone abituate ad andare in macchina fino alla palestra dove sgranchire le membra irrigidite dalla scrivania o dal banco. Si guarda fuori dalla finestra, se ci sono nuvole ci si attrezza adeguatamente (Baden Powell diceva che non c’è tempo buono o cattivo, ma cattiva o buona attrezzatura…) e si parte. L’attrezzatura migliore, si impara fin da lupetti, sono i cinque sensi, lo zaino è pieno di entusiasmo e di fratellanza per i compagni con cui condividere le scoperte e le avventure, quando quello del fratello si fa troppo pesante si fa a gara a toglierglielo, stando attenti però a non fargli pesare il dono…

L’odore dell’erba ed il ronzio degli insetti ci accolgono nel regno della natura, dove non esiste la parola “schifo”: il fango non è sporco, l’insetto non è pericoloso, ci si abitua a camminare per i sentieri sconnessi e si abituano piedi e ginocchia ad adattarsi ai loro dislivelli ed all’imprevisto.

Tutto questo è patrimonio dello scoutismo, è la sua forza incomparabile rispetto all’”All inclusive” che toglie anche l’imprevisto ed il rischio calcolato…

Alla comodità nella ridondanza delle offerte lo scoutismo contrappone l’essenzialità e la cura dei particolari, per ritrovare la comodità nelle cose semplici e nei piccoli segreti che ci si tramanda di scout in scout, in una catena che deriva dal fondatore e dal suo geniale “Scoutismo per ragazzi”.

Tutto questo patrimonio un bel giorno il Ministero della Pubblica Istruzione ha chiesto alla nostra associazione di condividerlo con i ragazzi della scuola…

“Non fate gli egoisti” ci ha detto un sottosegretario che (guarda un po’…) era stato scout, “aprite i vostri segreti e le vostre basi nazionali, quelle dove si vive la suggestione dei vostri campi e delle vostre avventure, anche alla scuola! Condividete i vostri programmi e le vostre attrezzature con gli insegnanti, progettate e realizzate insieme a loro dei percorsi di innamoramento per la natura, di stimolo alla collaborazione per realizzare imprese ed avventure avvincenti….”

E così è nato il primo Protocollo d’Intesa (nel 1997) a cui sono seguiti diversi aggiornamenti con una partecipazione sempre più condivisa tra Ministero ed Agesci. Finché il progetto Basi Aperte non è entrato a far parte del Progetto Nazionale dell’Associazione.

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L’Agesci comprende 12 basi nazionali, dieci di esse hanno aperto le loro porte alle scuole del loro territorio. Le proposte rientrano nella specificità ambientale della base e nella competenza degli educatori, coordinati a livello nazionale dal Settore Specializzazioni, che cura la raccolta delle loro esperienze ed i resoconti delle scuole partecipanti.

Questi materiali, frutto del processo educativo attuato sulla traccia di quello dell’impresa scout (progettazione, programmazione, lancio, realizzazione, documentazione, verifica), vengono fatti circolare tra le diverse basi per arricchire le proposte fatte alle scuole. Queste proposte sono però condivise ed arricchite con gli insegnanti, per farle rientrare nel Piano di Offerta Formativa della scuola e renderle esperienze concrete e strutturanti per l’educazione e la legalità ambientale.

In tal modo i ragazzi, seguendo lo stesso processo induttivo proprio del metodo scout, entrano a contatto con l’ambiente, che scoprono non essere fatto soltanto di “natura” ma, attraverso un loro coinvolgimento esperienziale proprio in essa, capiscono che esso è il frutto maturo di storia, cultura, tradizioni, lavoro, fatica, gioia dell’uomo, in una parola ciò che lo scoutismo chiama Localizzazione

La localizzazione è la ricostruzione di quanto il territorio ci mette a disposizione, se siamo capaci di coglierne i valori, che ci vengono donati amorevolmente affinchè a nostra volta impariamo a darli in eredità ai nostri successori. Un uso responsabile che si apprende, che si può apprendere come siamo stati in grado di verificare giorno per giorno, durante le realizzazioni e quando ne facciamo verifica con i ragazzi a conclusione di un’attività entusiasmante.

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Foto, disegni, impressioni personali riportate su cartelloni o su supporti informatici, ma anche in poesie o nel resoconto dell’incontro con l’anziano contadino…. Ma nulla vale l’esperienza concreta durante i sentieri in salita, nell’attraversare muri di vegetazione, nello scoprire l’entusiasmo degli adulti scout che si mettono al loro servizio e condividono con loro la fatica, il gioco, la scoperta, in una gara di emulazione in cui trascinano anche i loro insegnanti…

Il rispetto dell’ambiente si scopre in tal modo con una essenziale attenzione, non solo a non lasciare la carta in terra dopo la merenda, ma a scostare i rami che incontrano sul nostro cammino, piuttosto che strapparli; a considerare le spine e l’ortica che si trovassero sul sentiero come abitanti legittimi del proprio territorio. A godere del canto degli uccelli, che si percepisce soltanto dopo aver insieme imparato a camminare in silenzio, proprio per goderne…

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Nei nostri percorsi ci imbattiamo spesso in operatori forestali con i quali condividiamo i nostri tratti di strada ed i nostri obiettivi educativi. In diverse località, in tanti anni di collaborazione, abbiamo creato una comunanza di intenti che ci fa gioco nel poter prevedere all’ultimo momento, in caso di un imprevisto maltempo, una variazione dei programmi in cui essi stessi ci aiutano, E’ ovvio che le stesse modalità le attuiamo con i nostri ragazzi scout, con i nostri capi giovani da far crescere nel “trapasso delle nozioni” e nell’apprendimento dello stile scout, che vuol dire appunto semplicità, essenzialità, gusto delle cose fatte bene con la collaborazione con tutti gli altri…. Ma proprio per questi motivi riusciamo a “farci voler bene” dai locali che incontriamo sul nostro cammino, che poi spesso ci offrono un bicchiere d’acqua o… una mano per attraversare un corso d’acqua.

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Una grossa sfida ci è venuta negli ultimi anni “grazie alla Crisi”… Molte scuole con cui eravamo in contatto da diversi anni ci hanno detto che non se la sentivano di chiedere ai genitori una quota per il pullman con cui raggiungere la base scout (la nostra attività di educatori è completamente gratuita anche per le scuole…) date le difficoltà economiche in cui molti di loro di trovano. Per un figlio si fanno ben altri sacrifici, ma la sensibilità degli insegnanti depone a favore della loro responsabilità educativa nei confronti di situazioni estremamente diffuse. Abbiamo allora elaborato con loro una serie di proposte in cui le attività tipiche dello scouting, come l’osservazione, l’esplorazione della natura e dell’ambiente, la ricerca e la documentazione, ben si conciliano con l’esplorazione in città e con la scoperta delle tracce di umanità e dei suoi trascorsi storici e culturali che sono impresse nel territorio e ben visibili a chi sappia scoprirne gli indizi. Il coinvolgimento in queste attività, che in gergo scout si chiamano “Esplò”, ha riscosso l’entusiasmo dei ragazzi, che hanno riscoperto arti e tradizioni, abitudini alimentari (con la raccolta di erbe nei giardini della scuola, la preparazione di decotti ed oleolati…), “lettura” delle tracce del passato e loro influsso nei comportamenti dei loro stessi padri. Un vero e proprio “turismo scolastico ed ambientale”, che in alcuni casi li ha portati a fare da “ciceroni” nei confronti di loro compagni, anche in gemellaggi con ragazzi di altri paesi.

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In questi casi la competenza scout della base è stata spesa in uno specifico proprio dello scoutismo, ma in modo inaspettato per gli insegnanti e per gli stessi ragazzi. L’educazione non formale infatti è parte integrante e propria dello specifico scout, che “entra dai piedi” per i più grandi, privilegiando la strada al parlare; attua la “famiglia felice” come modalità di integrazione nei più piccoli ed è una esperienza vincente insieme al gioco per i ragazzi che vengono dall’estero e si inseriscono nei nostri gruppi e nelle classi perfino a metà anno; fa scoprire l’integrazione dei talenti nella ricerca, nella scoperta e nella realizzazione comune nell’età di mezzo degli esploratori e delle guide.

Le basi aperte si stanno dimostrando una frontiera sempre nuova e stimolante per lo scoutismo e per la scuola, scuola di vita ed esperienza esse stesse, stimolo ad un nuovo stile di scoperta del territorio e di “turismo responsabile” in contrapposizione alla rapina ed al consumo che se ne fa troppo spesso a spese ed a discapito del patrimonio che ci è stato passato e che spetta a noi mantenere.

E se vuoi approfondire le conoscenze fra non molto ci sarà molto materiale nella parte riservata ai documenti in cui inseriremo una cartella relativa alle Basi Aperte. Qui troverai oltre ai documenti ufficiali delle intese tra AGESCI e MInistero, anche delle documentazioni su attività effettuate nelle varie basi da cui puoi anche prendere qualche idea per realizzarla dalle tue parti.